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C’era una volta a Hollywood, il primo romanzo Tarantino

“C’era una volta a Hollywood” è il primo romanzo di Quentin Tarantino, uscito postumo rispetto all’omonimo film uscito nel 2019 con Leonardo Di Caprio e Brad Pitt.

Un testo obbligato per chi ama il regista di “Pulp Fiction” e “Kill Bill”, che è prima di tutto un cinefilo incallito, fin da quando lavorava come commesso in un videonoleggio.

Attraverso la storia di Rick Dalton e della sua controfigura Cliff Booth, di Charles Manson e di Roman Polanski, della hippie Pussycat e di Sharon Tate, Tarantino ripercorre l’epoca d’oro di Hollywood, fra invidie, desideri di riscatto, produttori senza scrupoli e nuovi orizzonti cinematografici. La storia intreccia la realtà dei protagonisti e la finzione del set, con riferimenti ad attori e film reali intervallati da altri che sono il frutto della fantasia dell’autore. Un lavoro non indifferente, in cui Tarantino mostra tutta la sua passione e conoscenza sull’argomento cinema. Sullo sfondo, il riferimento alla strage compiuta da Charles Manson e i suoi seguaci nella villa di Cielo Drive, da poco acquistata da Sharon Tate, attrice e moglie del regista Roman Polanski.

In una scrittura nel complesso non indimenticabile per una storia secondo noi non fra le migliori di un grande regista, spiccano i momenti in cui Tarantino esprime la propria estetica del cinema attraverso i personaggi del romanzo.

 

Ecco allora uscire il suo spirito “indie”, fra gli spaghetti western di Sergio Leone e i samurai di Kurosawa, fuori da quella Hollywood che rende tutti prigionieri di una parte da recitare. Questi davvero, momenti di scrittura emozionante, resi perfettamente anche nel film.

Ovviamente non mancano i capitoli con “dialoghi alla Tarantino”, che fa un certo effetto leggere nelle pagine di un romanzo e non ascoltarli invece recitati da attori in carne e ossa: citiamo su tutti il confronto fra lo stuntman Cliff e una giovane hippie nel ranch di Manson, la spiegazione con cui l’attore Rick spiega ai suoi compagni di bevute perché mai e poi mai avrebbe potuto interpretare “La Grande Fuga” al posto di Steve Mc Queen (che ritmo!) e il rapporto che Rick ha con la piccola attrice Trudi, fatto di battute al vetriolo ma tanta stima, come John Travolta e Samuel L. Jackson in Pulp Fiction.

Se amate Tarantino, sarete felici di avere questo volume nella vostra libreria, indipendentemente dal fatto che abbiate visto il film o no. Per citare l’intercalare di Cliff… ci potete scommettere!

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