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Questo giorno che incombe di Antonella Lattanzi

In tanti pensavano di trovarlo tra i finalisti del Premio Strega, invece Questo giorno che incombe di Antonella Lattanzi si trova, oggi, tra i finalisti del Premio Elio Vittorini, prestigioso per la Sicilia e per Siracusa in particolare.

Indipendentemente dai premi, Questo giorno che incombe va letto e mi aggiungo, quindi, alla schiera di lettori che lo ha amato ritenendolo un libro qualitativamente alto, non solo per il contenuto.

Ciò che principalmente mi ha colpito, infatti, è la scrittura di Antonella Lattanzi, travolgente e calzante, intrisa di pathos e battiti cardiaci accelerati.

Si, è un libro che si legge con il cuore a mille e che fino alla fine non sai dove ti porterà.

Una famiglia normale, felice, costituita da una giovane coppia con due bambine piccole, decide di cambiare vita e città (da Milano a Roma) per seguire obiettivi lavorativi diversi e con qualche rinuncia.
La rinuncia principale è da parte di Francesca, la madre e moglie di Massimo, che lascia il suo lavoro per dedicarsi al sogno della vita: scrivere e disegnare un libro per bambini. Sarà la scelta giusta?

Ma non è questo il punto.
No, perché una storia apparentemente normale, dove sembra che tutto prosegua in modo liscio, in un bel quartiere e condominio fatto di persone unite, amiche, cordiali e presenti, si trasforma in un racconto quasi horror, degno delle peggiori cronache odierne.

L’autrice accenna anche ad alcuni casi avvenuti realmente in Italia, da Sara Scazzi ad Angela Celentano…E’ facile, quindi, capire il tema principale della tragedia che si consuma tra le mura del cortile del  Giardino di Roma in cui giocano felici i bambini, senza troppe preoccupazioni da parte dei genitori.

A parte “il fatto”, è grandiosa la figura di Francesca che sembra impazzire tra dialoghi con la sua stessa casa, monologhi interiori e confronti con personaggi criptici e fastidiosi, velati di misteri e segreti.
Ma sarà poi tutto vero? O sarà il frutto della sua immaginazione?, del suo malessere o della depressione?

Una cosa è certa: fino alla fine del romanzo si resta con il dubbio e soprattutto con i battiti del cuore accelerati. Inoltre, sapere che Antonella Lattanzi si è ispirata a un fatto di cronaca realmente accaduto a Bari, nel palazzo in cui ha vissuto da bambina, rende il romanzo ancora più appassionante e maestoso.

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