Emma di Jane Austen, la donna degli abbagli

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Eccomi con la mia recensione su EMMA di Jane Austen, libro letto con il mio gruppo di lettura #quelledelcardellino.

Ho aspettato un po’ prima di buttare giù il mio pensiero su questo classico e secondo libro della Austen per me. Dopo Orgoglio e pregiudizio, con cui ho lottato un po’ all’inizio, sono partita già consapevole della sua scrittura e del suo mondo, per cui si…l’ho amato.
Dopo oltre una settimana dalla fine della lettura, dico anche che mi manca e che vorrei tornare a rifugiarmi ad Hartfield, la dimora di Emma Woodhouse, tra piccoli pettegolezzi, pic nic all’aria aperta (se il tempo lo consente!), balli improvvisati e tanto calore famigliare.

Emma, in prima battuta, può sembrare antipatica, saputella, viziata e “signorina so tutto io”. Si impara ad apprezzarla col tempo, perché è proprio nel corso della storia che lei stessa matura e cambia opinione sul matrimonio e la vita da zitella.

“Non mi sono innamorata mai, non è una mia tendenza, non è il mio carattere e non credo lo sarà mai”.

La sua missione è quella, quindi, di “sistemare” gli altri perché facciano dei matrimoni convenienti e in linea con le sue idee ed educazione, soprattutto in nome della galanteria e delle buone maniere.In sostanza il suo principale pensiero è questo, nel corso dell’intero romanzo, tra discorsi infiniti e chiacchiere esilaranti (mi sono fatta della grasse risate) e i vari personaggi che ruotano intorno alla vita di Emma.

Come si fa a non amare suo padre, il signor Woodhouse con le sue manie sull’alimentazione e gli sbalzi di temperatura, per non parlare della sua opinione sul mare?

“…molto raramente il mare fa bene a qualcuno. Sono certo che a me, una volta, mi ha quasi ammazzato”

E poi ho molto apprezzato i discorsi calzanti del signor Knightley (del quale, sono sincera e senza spoilerare, non avevo intuito niente), le signore del villaggio (persino la logorroica signora Bates) e il figlio del signor Weston, Frank Churchill, che a un certo punto scompiglia un po’ le carte facendo prendere dei grandi abbagli…non solo ad Emma ma anche al lettore.

Si, in effetti gli abbagli sono i veri protagonisti dell’intero romanzo perché la prima a vedere “ciò che non è” e senza prove consistenti è proprio Emma che, imperturbabile, porta avanti le sue idee e non si fa scalfire dalle delusioni.

Ho adorato quindi tutta l’atmosfera, la descrizione di ogni cosa, la sorpresa dell’amore. E se anche il finale sembra scontato, Emma alla fine sorprende tutti persino se stessa.

Le sue ultime parole famose:

“Di denaro non ho bisogno, di un’occupazione non ho bisogno, di posizione sociale non ho bisogno…e mai e poi mai potrei sperare di essere tanto veramente amata e importante , così perennemente la prima e infallibile per gli occhi di un uomo come lo sono per quelli di mio padre”.