L’ispettore Cadavre: il mio primo Maigret

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Ho letto solo adesso il mio primo Maigret! Peccato averlo scoperto così tardi!

Psicologico: la prima parola che mi viene in mente pensando al personaggio che ha reso famoso Georges Simenon , a partire dagli anni ’30.

E’ stata una vera esperienza leggere questa indagine scritta nel 1944 (si tratta del 25esimo romanzo tra i 75 di questa serie) portandomi in un paese di provincia, non lontano da Parigi, dove il commissario si trova un po’ per caso per indagare su una vicenda a cui non mancheranno colpi di scena.

Un personaggio volto più al “perché” che al “chi è stato”.

Ho vissuto un’indagine “di altri tempi”, pacata ma perfetta, coinvolgente e umana. Si, è altissimo il senso di umanità di Maigret e di tutti i personaggi che gli gravitano intorno.

Mi ha colpito il suo linguaggio non troppo raffinato, le descrizioni particolareggiate di luoghi e persone, il dramma vissuto dai vari protagonisti, l’apparente indifferenza di Maigret che, alla fine, diventa tenerezza.

Tenero e mite, mai banale e umano: queste le caratteristiche del Maigret che ho avuto piacere di conoscere in questa prima storia, scovata un po’ per caso, tra gli scaffali del Libraccio.

Il primo di una lunga serie, sicuramente.

Ma poi, quanto è carino quando alla fine dice: Tutto s’aggiusta!

E ha proprio ragione.