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Eleanor Oliphant sta benissimo: si, ma dopo un po’!

Ho letto questo romanzo incuriosita dalle tante condivisioni entusiastiche, per scoprire cosa avesse di tanto speciale questa ragazza chiamata Eleanor.

L’ho quindi letto qualche mese fa, e ancora ho chiare in mente le immagini della sua vita e dei suoi pensieri.

Non mi ha conquistata subito. Inizialmente mi innervosiva e quasi respingeva.

Pian piano il suo dolore è diventato il mio:

“Ci sono giorni in cui i miei legami con la terra mi sembrano così labili che i fili che mi tengono fissata al pianeta sono sottili come una ragnatela, come zucchero filato. Una violenta folata di vento potrebbe staccarmi del tutto, sollevandomi e facendomi volare via, come un seme di tarassaco”

Ho pianto con lei, riso per le sue “sparate” (quelle sulla ceretta alla Hollowood sono esilaranti!), gioito delle sue conquiste, riflettuto su quanto dolore a volte possa esserci intorno a noi.

E poi…devo ammettere che NON avevo capito niente…non vi dico cosa per non spoilerare. Sappiate comunque che non è niente come sembra.

E questa è una delle cose che mi piace di più dei libri, quando ti portano dove vogliono loro senza darti il tempo di capire dove, perché all’improvviso tutto può cambiare in meglio o in peggio, in ogni caso non secondo le logiche della nostra mente.

Quindi, si, alla fine sono rimasta contenta di sapere che Eleanor, alla fine, sta benissimo.

Ancora qualche giorno dopo averlo letto, mi sono trovata a pensarci…come se nel frattempo la sua vita continuasse senza me tra le pagine della sua storia.

Che flash!

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