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Prima che tu venga al mondo di Massimo Gramellini, il papà “ringhiera”

“Immagino il padre come una ringhiera che segnala un limite e al tempo stesso protegge dal rischio di cadere. Ma la ringhiera è magica. L’amore l’arrotonda fino a trasformarla in un ponte”.

Non avevo dubbi sul fatto che anche questo breve libro di Massimo Gramellini fosse capace di commuovermi e coinvolgermi al punto di andare a riprendere anche il suo Fai bei sogni per rileggerlo e riprendere, così, la storia da dove l’avevo lasciata.

Prima che tu venga al mondo, edito da Solferino, non è la continuazione di Fai bei sogni ma, per chi è entrato in empatia con l’autore come me, vivendo quindi le sue paure e sentendo il suo forte bisogno di amare ed essere amato, è facile trovare un filo conduttore…un ponte.

La sua scrittura è superba e coinvolgente e ti entra praticamente dentro. I suoi sentimenti diventano i tuoi tanto da fare il tifo per lui. E poi te lo immagini perché lo vedi spesso in TV, leggi i suoi articoli sul Corriere e provi in automatico un grande affetto per lui.

Ovviamente sto parlando di tutto quello che ho provato e che provo io, quando leggo e vedo Massimo Gramellini:-)

Come è facile intuire dal titolo, Prima che tu venga al mondo è il racconto di un’attesa, quella più incredibile per una coppia. Spesso quando una donna è incinta si pensa sempre e solo a lei, alla sua trasformazione, al pancione che cresce, agli ormoni impazziti.
E al futuro papà? Chi pensa a lui?

Qui Gramellini, mese per mese, riesce a mettere a nudo, immaginando di scrivere al suo Tommaso (stupenda la parte sulla scelta del nome!) i tantissimi sentimenti che coinvolgono anche i futuri padri e, partendo dal suo vissuto, dai suoi ricordi, dalle sue esperienze (mettendo quindi, ancora una volta, a nudo la sua anima), descrive i 9 mesi più dolci e allo stesso tempo pieni di ansie e paure, in attesa di suo figlio.

“Non si desiderano le cose che non abbiamo conosciuto, ma solo quelle che abbiamo perduto.”

Il “digiuno di riconoscimenti paterni” e di tutte quelle piccole ma grandi attenzioni che un figlio necessita da un genitore (a Gramellini, purtroppo, è rimasto solo il papà quando era ancora molto piccolo), ha reso lo scrittore guardingo ma allo stesso tempo desideroso di poter essere il “massimo” per suo figlio, offrendo se stesso con i suoi pregi e difetti, una ringhiera a cui appoggiarsi con la certezza di trovare in qualsiasi momento un appiglio giusto, l’amore.

Sono tante le frasi che mi hanno colpito e che mi hanno lasciato una bella sensazione. Tra tutte questa, con cui vi lascio sperando che possa colpire anche il vostro cuore:

“Un padre non può salvare suo figlio. Può solo amarlo senza capirlo. L’amore più potente e straziante che esista”.

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