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Appunti per me stessa di Emilie Pine

Ho letto tutto d’un fiato, ieri, “Appunti per me stessa” di Emilie Pine e mi sento ancora dentro le pagine e la storia dell’autrice che, attraverso sei racconti (appunti per se stessa), ricostruisce un quadro sincero e senza filtri della sua vita. Emilie con “Appunti per me stessa” ha vinto il più importante premio letterario irlandese e, leggendolo, ho capito perché.

Emilie quasi si scusa con il lettore per il suo bisogno di condividere i pensieri e i momenti più intimi della sua vita, ma in realtà sarà il lettore a ringraziare l’autrice per la sua scrittura per niente banale, per il messaggio di fondo che porta l’intero libro e cioè la possibilità di cambiare, anche se a piccoli passi e pur avendo paura, il coraggio di combattere la misoginia, il sessismo, avere la forza di denunciare.

Il percorso di vita di Emilie passa attraverso il dolore, la paura, il senso di inadeguatezza, il desiderio di maternità, l’imbarazzo per il suo corpo, il suo sangue, la rinuncia al potere della sua voce.

“Avevo troppa paura di essere considerata debole e perciò ho rinunciato al mio potere e alla mia voce. Perché ho permesso all’imbarazzo di zittirmi?”.

Soltanto attraverso la scrittura e l’introspezione, Emilie ha capito di essere stata violentata seppur da uomini conosciuti e con cui intratteneva un rapporto: per anni ha negato quello che le era successo perché non avrebbe saputo come sopravvivere altrimenti.

“Subivo la punizione perché ero convinta di aver fatto qualcosa di sbagliato, di aver consapevolmente infranto le regole della brava ragazza. Pensavo che le violenze fossero il risultato delle mie azioni e del mio stile di vita”.

Ho riflettuto e imparato molto leggendo Appunti per me stessa, perché mi ha offerto con delicatezza lo spunto per continuare a essere gentile (non per forza ammirata, anche se piacere alla gente “fa piacere” a tutti, non solo alle donne) , non dimenticarmi di chiedere di essere RICONOSCIUTA, far sentire la voce quando necessario e anche in pubblico, dare un nome alle cose e non minimizzare, accettare i complimenti ma non come strumento per declassare la mia professionalità, non avere paura.

“Sono stanca che stia alle donne riconoscere, affrontare e risolvere il sessismo. Sono stanca che sia così necessario e così difficile”.

Una bella testimonianza, piena di coraggio e stimoli per credere sempre in se stesse e non lasciarsi travolgere dalle apparenze e dai giudizi altrui. Ho inoltre apprezzato tanto le confessioni di Emilie sul suo desiderio di maternità negata, la difficoltà di avere due genitori separati, il rapporto con la sorella minore e la felicità di diventare zia, sulla sua adolescenza tormentata e “frivola”, la sua capacità di rimettersi in piedi, nonostante tutto, e realizzare parte dei suoi sogni, tra cui diventare scrittrice.

Bello, lo consiglio di cuore.

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