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Due Vite di Emanuele Trevi: vincitore del Premio Strega 2021

Prima di leggere Due Vite di Emanuele Trevi non conoscevo né lui né Rocco Carbone né Pia Pera.

Oggi, dopo aver letto Due Vite di Emanuele Trevi, nella dozzina del Premio Strega 2021, voglio leggere qualcos’altro di lui, Onegin tradotto da Pia Pera come anche Il giardino segreto e L’apparizione di Rocco Carbone.

E’ impossibile non innamorarsi di questi scrittori dopo le parole buttate su carta da Emanuele Trevi, undici anni dopo la morte prematura di Rocco e tre anni dopo quella di Pia Pera.

Trevi ha reso un omaggio grandissimo ai due amici con cui ha condiviso una parte importante della sua vita: Pia Pera, l’incantevole; Rocco, il campione del risentimento cosmico, affetto da “rocchiasi” cioè da uno stato perenne di infelicità.
Due persone particolari ed eccezionali che meritano di essere stati evocati dalla scrittura, forse perché come dice Trevi: “è il morto ad essere attratto dalla scrittura e si manifesta di sua propria volontà…“.

Un libretto di poco più di 100 pagine che contiene un mix di sentimenti, dalla nostalgia al rimorso.
Non si pensa mai che gli affetti più cari possano sparire da un momento all’altro; si danno per scontati; si lascia passare il tempo, a volte senza avere la possibilità di rimediare.
Trevi è riuscito a ricucire, appena in tempo, un rapporto che per diverse ragioni si era inceppato:

” Non gli potevo rispondere perché non riuscivo più a farmi capire, a montare sullo scoglio liscio della sua disperazione”.

Il rapporto tra Emanuele e Rocco è stato fraterno, intenso, fatto anche di clamorose litigate e musi lunghi, ma anche di tanta stima e considerazione, bisogno di esserci sempre e comunque.

“Di una cosa sono sicuro: tra le tante fortune della mia vita, una delle più grandi e inestimabili è l’aver potuto recuperare e godere l’amicizia di Rocco ancora per qualche anno, fino a quando la sorte ce l’ha strappato via…”

Rocco è stato strappato alla vita da un incidente, una sera di luglio del 2008: poche ore prima che morisse aveva parlato al telefono proprio con Emanuele, dovevano vedersi quella sera per una cena poi rimandata…

E Pia?
Pia Pera ha lasciato questa vita esattamente 8 anni dopo Rocco a causa di una malattia. A distanza di anni, Trevi sente che i suoi amici non sono altro che “rappresentazioni delle epoche della vita che attraversiamo come navigando in un arcipelago dove arriviamo a doppiare promontori che ci sembravano lontanissimi, rimanendo sempre più soli…

Stupenda l’immagine che Trevi regala di Pia Pera che, a un certo punto, si dedica alla letteratura “naturale”, non abbandonando il suo giardino fino all’ultimo respiro.

Un libro che commuove e arricchisce di tanta umanità, oltre che di citazioni letterarie e di titoli assolutamente da recuperare.

Questo libro fa parte della dozzina del Premio Strega 2021 ed è stato letto con il mio gruppo di lettura #inattesadellacinquina

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