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Dal Vietnam alla Georgia: due saghe famigliari che ho amato

Ho avuto bisogno di tempo per maturare e buttare giù i miei pensieri sulle ultime due saghe famigliari che ho letto negli ultimi mesi, tra le migliori dell’ultimo periodo.
Due libri, per me, capolavori perché capaci di istruire e arricchire il proprio bagaglio culturale per mezzo della vita di uomini e donne che hanno lottato e vissuto vicende storiche importanti e spesso dimenticate.

Sto parlando di Quando le montagne cantano della vietnamita Nguyễn Phan Quế Mai e L’ottava vita (per Brilka) della Georgiana Nino Haratischwili. Due saghe famigliari ad opera di due donne molto distanti tra loro ma in realtà vicinissime nella scrittura. Le ho trovate complementari perché mi hanno portata da una parte all’altra del mondo, avvolgendomi con le loro storie famigliari, il loro dolore, la speranza, la rinascita dopo momenti difficili come la guerra e la paura di non trovare mai scampo.

In sottofondo ci sono due momenti storici importanti, la Guerra del Vietman in Quando le montagne cantano e gli anni tra la prima e la seconda guerra mondiale fino ai giorni nostri in L’ottava vita (per Brilka). A vivere la storia, personaggi che restano impressi nella memoria per lungo tempo.

Quando le montagne cantano

Difficile credere che questa saga famigliare sia il romanzo di esordio di Nguyễn Phan Quế Mai. La storia prende corpo attraverso i pensieri, le sensazioni ed emozioni della giovane Huong, da una parte, e della nonna Dieu Lan dall’altra. Presente e passato si uniscono a partire dai bombardamenti che sembrano non avere mai fine ad Hanoi, nel nord del Vietnam (1972 – 1973), e che fanno riaffiorare il ricordo di momenti forse peggiori ma superati senza mai perdere la speranza.
Dieu Lan è la “nonna coraggio” ma anche la madre che ha vissuto gli anni terribili dell’invasione francese, giapponese e la carestia del 1945 fino alle rivolte civili che la costrinsero a fuggire e ad abbandonare “in buone mani” i cinque figli per poi riprenderli dopo enormi sacrifici, mostrando un grande spirito di adattamento e sopravvivenza.

Huong è l’anello di congiunzione tra il presente e il passato di una famiglia che porta con sé tante ferite (la madre, gli zii, ognuno con la sua storia di dolore dopo la guerra del Vietnam, nel 1975) e che, in qualche modo, infonde la speranza di un futuro migliore. La perseveranza, la fiducia, l’amore, l’incontro e soprattutto la forza data da una famiglia che affida tutto ai propri antenati, offrono una nuova opportunità di rinascita simboleggiata dal fior di loto.

L’ottava vita (per Brilka)

L’ho letto insieme al mio gruppo di lettura #quelledelcardellino ed è stato un viaggio intenso e indimenticabile.
Oltre 1000 pagine intorno alla vita delle donne della famiglia Jashi, lungo tutto il ‘900, da Stasia a Brilka nata nel 1993, fino ai giorni nostri e forse oltre…Le ultime pagine lasciate in bianco sott’indentono come la storia non sia ancora finita…Chissà!?

Dalla Georgia a Londra, da Berlino a Vienna, da Tbilisi a San Pietroburgo e Mosca, chi ripercorre la storia della famiglia è Niza, partendo da una curiosa ricetta di famiglia che porta ricchezza ma anche tante disgrazie.
La cioccolata calda.
Chi l’assapora è come se entrasse in trans. Impossibile farne a meno.
Peccato che dopo averla gustata, succeda sempre qualcosa di strano…nel bene e nel male.

Ma questo è solo un particolare, forse marginale, dell’intera storia famigliare, dato che la cioccolata a un certo punto si perde mentre si fanno più insistenti e coinvolgenti gli innumerevoli avvenimenti storici che travolgono le vite di chi ha vissuto gli anni della dittatura comunista, l’ascesa e la caduta dell’impero sovietico, l’assedio di Leningrado e la Primavera di Praga…
Un condensato di storia, di violenze, di spirito di sopravvivenza, di dittature e di un patriarcato al quale le donne Jashi si oppongono, in parte, fermamente.
Difficile condensare in poche parole il vissuto di ogni protagonista: ognuno ha la sua storia personale e di vita, incontri giusti o sbagliati. In sottofondo c’è sempre Stasia, l’anziana nonna punto di riferimento che, pian piano, lascia spazio agli altri perdendo la testa dietro ai suoi spiriti.
Al di là di tutto (è stato bello ristudiare per certi versi la storia della Russia e del comunismo, soprattutto della Georgia), questo romanzo racconta la forza delle donne, dell’amore e soprattutto la lotta per la libertà e l’annientamento di ogni tirannia.

Due romanzi potenti, quindi, che non vi stancheranno e vi porteranno, anzi, a cercare le vecchie pagine di storia dimenticate e i luoghi coinvolti su maps.

Per gli amanti delle saghe famigliari, qui le altre che ho letto e amato.

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