Il 2018 mi ha visto ritornare “alla Carta”.
Dopo anni di “solo (o quasi) kindle, ho riscoperto il piacere dei libri cartacei: IMPAGABILE.
Ho letto oltre 30 libri, senza tenere conto delle letture condivise con mia figlia, tra albi e romanzi di vario tipo come quelli di #Dahl e della #Rowling.
Come dicevo, ho letto diversi libri su carta e scoperto che non mi dispiace Federico Maria Rivalta con il suo giornalista Ranieri (ho letto tutti i suoi romanzi!), gli ultimi due di Alice Basso (lei scrive benissimo e ha inventato un personaggio esilarante, la ghostwriter Vani). Non sono mancati gli ultimi di Andrea Camilleri, Gimene Bartlett, Marco Vichi, Maurizio De Giovanni, Emili Martini, Alessandro Robecchi e Antonio Manzini (gli scrittori da me amati, padri dei miei commissari preferiti).
Ho letto generi lontani dai miei gialli, come “Tutta la luce che non vediamo” e “Il primo fiore di Zafferano”.
Ho letto due biografie, quella del tennista Agassi (Open) e di Nellie Bly, la giornalista reporter americana di metà ottocento (una storia incredibile la sua!). Ho riletto anche alcuni libri di letteratura greca, latina e italiana (di quando andavo a scuola) e letto “La splendente” sui miti greci e “L’arte di essere fragili” di Alex D’Avenia su Leopardi.
Rispetto agli altri anni, ho variato di più e letto anche qualche romanzo rosa e drammatico.