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Dove nasce il vento. Vita di Nellie Bly

Un libro che ho amato tantissimo, scritto da Nicola Attadio, capitato un po’ per caso tra i miei libri. E per fortuna!

Non poteva lasciarmi indifferente dal momento che viene raccontata la storia della più importante giornalista americana che, a fine ‘800, ha lottato per i diritti delle donne con la sua scrittura e il giornalismo.

Sarà che si tratta della vita di una giornalista (io lo sono quindi probabilmente ha un forte ascendente su di me), di una donna che agli inizi del ‘900 ha fatto tutto quello che voleva in un periodo storico in cui le donne non potevano fare niente (lavorare? una mostruosità!); sarà che è scritto benissimo e ci sono tantissime citazioni adatte per essere stampate e appese ovunque noi posiamo lo sguardo.

Sarà per questi e altri motivi, non lo so, ma per me questo è uno dei #libri più belli mai letti negli ultimi anni.

Alla fine ho anche pianto: una donna così, non doveva ammalarsi e lasciare questo mondo così presto! Ma per quel poco che ci è stata, ha lasciato una traccia di sé molto importante e forte; il segno che tutte le donne aspettavano quando “la sfera femminile non era altro che il perimetro della casa in cui vivevano come mogli, madri e figlie”.

Inaccettabile per Nellie Bly! Eppure si parla di una donna che, senza arte né parte e senza nemmeno aver svolto chissà quali studi, ha maturato un senso critico e uno spirito talmente battagliero da arrivare a girare tutto il mondo, per documentare, registrare, scrivere tutto quello che potesse rompere il muro
dell’indifferenza, per conoscere anche ciò che non si voleva guardare.

“L’inferno non è la povertà, bensì il dover dipendere da un uomo”

Come il giornalismo ha salvato lei, secondo Nellie è il lavoro in generale che può salvare le donne consentendo loro di contare sulle proprie forze.

Non ebbe vita facile la mia cara Nellie Bly ma nonostante tutto la sua penna non si è mai fermata, sin dal primo momento in cui da ragazzina, dopo l’ennesimo articolo uscito sul giornale dal titolo “A cosa servono le ragazze”, decise di rispondere in modo così accorato e battagliero che fu notata dai capi redazione tanto da essere convocata per diventare, così, la più grande giornalista americana di tutti i tempi.

Visse in un periodo in un cui la sfera femminile non era altro che il perimetro della casa in cui le donne vivevano come mogli, madri e figlie; in un momento storico in cui l’unico compito delle donne era cucinare, stirare, tenere in ordine la casa (lavorare come segretaria era considerato “una mostruosità”).

La sua ricetta era: Prendiamo delle ragazze che hanno talento, procuriamo loro un’occasione, facciamole cominciare da qualche parte, così facendo porteremo a casa un risultato che vale molto più di anni e anni di chiacchiere.

“L’autonomia e la dignità hanno un costo che vale la pena pagare”

“Il vento non puoi sapere dove né dove andrà. Velleitario volerlo fermare, irragionevole poterlo seguire. Non rimane che lasciarsene avvolgere per poi scoprire, una volta cessato, quanto possa essere malinconico continuare a vivere senza il suo soffio sterzante”.

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