Ecco cosa abbiamo scovato sulle riviste che escono nel weekend e che ci accompagnano per tutta la settimana del 18/11/2019.
“La Lettura” di questa settimana è dedicata in buona parte alla natura, soprattutto dal punto di vista delle forme di vita.
Il dibattito su Frankestein ai giorni nostri: oggi l’intelligenza artificiale dovrà fare i conti con razionalità e sentimenti, a differenza della creatura di Mary Shelley. Interessante il romanzo “Franzkissstein, una storia d’amore” di Jeanette Winterston, che rivisita il mito con i nostri occhi.
Lo sport diventa oggetto di convegni, fra storia e letteratura: il rugby è lo sport che più di tutti deriva dalle esercitazioni di battaglia finalizzate alla guerra.
Si parla di Giovanni Boccaccio: uno studio di Marco Santagata lo rivela fragile, vittimista, ossessionato dal fatto di essere figlio illegittimo: eppure ha anticipato generi letterari nati 3 secoli dopo.
Uno sguardo sul nuovo romanzo di Peter Handke, fresco di Nobel per la letteratura.
Infine, una lettura di “Psycho” con dettagli e risvolti sfuggiti a generazioni di spettatori e critici: il capolavoro di Hitchcock riletto da Guido Vitiello.
“Robinson” dedica la copertina alla storia dell’arte: Julian Barnes apre la sua collezione e dà consigli preziosi a addetti ai lavori e appassionati.
I suoi quadri preferiti, da Antonello da Messina a Piero della Francesca.
Molta dell’arte contemporanea non crede “valga un secondo sguardo”.
Spazio per chi ama la montagna, i suoi silenzi e le estreme storie d’eroismo.
Il colore giallo nell’immaginario collettivo secondo Michel Pastoreau: grazie a Mondadori in Italia questo colore verrà associato a un genere letterario che, per esempio, in Francia è… noir!
Leonardo Sciascia e i problemi della catalogazione delle sue lettere conservate nella casa di Racalmuto.
Nelle recensioni musicali, Assante parla dell’album di registrazioni mai pubblicate di Bob Dylan e Johnny Cash: da mettere subito in playlist!!!
E poi l’intervista più bella: il figlio Adam parla di Leonard Cohen, di come il suo rapporto con la musica non fosse ludico, ma per soddisfare un compito: una vera missione.
E’ davvero notevole l’ammirazione che il figlio nutre per il padre, come artista e come uomo. Farsi stimare così da un figlio sarebbe la vittoria di qualsiasi genitore.