Ai sopravvissuti spareremo ancora: i quaderni di un passato mai chiuso

Sin dalle prime pagine di questo romanzo, il primo di Claudio Lagomarsini, mi sono sentita “a casa”. Ho percepito subito i ricordi e la nostalgia di luoghi vissuti e abbandonati, di un passato in realtà ancora tanto presente nella vita del protagonista, il Salice.

La storia, apparentemente normale, si snoda attraverso cinque quaderni ritrovati nella vecchia casa di famiglia, in vendita. Il ragazzo, ormai emigrato in Brasile e costretto a tornare in Italia, nel paese di origine, si trova a rivivere vicende che hanno segnato la sua vita e che, adesso, trovano un piccolo conforto.

La lettura dei quaderni del fratello, ritrovati dentro un vecchio scatolone da portare via, riporta in luce una storia che potrà “vedere” da un punto di vista diverso, quello di un ragazzo considerato un po’ strano, con l’occhio storto, rinchiuso sempre in casa, con pochi amici e nessuna ragazza con cui dialogare, se non per dettare la versione di latino al telefono.

Il ragazzo che torna nella sua vecchia casa si riappropria di una storia che forse non conosceva così bene; sicuramente si rende conto di non aver mai vissuto davvero i rapporti che contavano davvero, per es. quello con il fratello.

Quante volte si danno per scontato i rapporti, i pensieri, le situazioni?

Non voglio raccontarvi la storia perché, come sono solita fare, mi piace lasciare, in questo spazio, solo le emozioni che mi suscitano le letture (la sinossi la trovate sul sito Fazi editore).

Quello che vi posso dire è che, fino alla fine, non è niente come sembra: per me è stata davvero una sorpresa, un colpo di scena che da giallista non avevo assolutamente previsto.

Scritto bene, con capitoli brevi, questo primo romanzo di Lagomarsini si lascia leggere in poche ore dopo le quali si tira un sospiro, non di certo di sollievo.