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Il mondo oltre Instagram: la riscoperta di Twitter

Nelle scorse puntate di Scatta il consiglio vi ho parlato del perché della scelta di Instagram e del mio approccio metodico allo scatto fotografico, alle stories e in generale alla gestione editoriale. In sostanza, la stessa professionalità che applico al mio lavoro (che per tanti aspetti tocca l’ambito digital) cerco di riportarla anche in questa mia passione. Non potrei fare altrimenti, visto il tempo che le dedico.

Ecco perché all’inizio, visto che ero una, ho deciso di scegliere un solo social su cui spingere. D’accordo con Riccardo Scandellari, giornalista e esperto digital che seguo da molto tempo, questa era la miglior scelta per non rischiare di disperdere le energie. Chiaramente mi sono concentrata subito su Instagram, il social che più sentivo vicino a me anche per le sue best practice estetiche ed editoriali. Nonostante tutte le polemiche su book influencer, tazze e fiori abbinati ai libri che sono venute fuori negli ultimi tempi, ho cercato di valorizzare al massimo lo scatto da inserire nel feed. Avevo però fin da subito l’intento di far capire che c’era altro nel mio amore per i libri, oltre alla foto e all’abbinamento che di volta in volta mi sforzavo di fare.

Il passo successivo è stato pensare a realizzare un mio sito, proprio quello sul quale state leggendo queste parole, che è arrivato qualche mese dopo il mio sbarco su Instagram grazie al prezioso aiuto (e alla pazienza) della web agency di mio marito. Si, non nego che sia stata una bella fortuna condividere lo stesso tetto con un altro professionista del settore, in questo caso con competenze tecniche.

L’idea di andare oltre Instagram l’avrei coltivata comunque: penso sia essenziale creare testi (e podcast, vedrete a stretto giro) per approfondire gli argomenti e dare in pasto al web (soprattutto a Google) contenuti destinati a durare nel tempo, oltre le mode del momento.

Sarà proprio Marco, nelle prossime puntate di Scatta il consiglio, a raccogliere il mio testimone per spiegarvi come realizzare un sito professionale nella maniera più semplice possibile.

Oggi però quella necessità di andare oltre voglio raccontarvela in relazione ad un altro social, ovvero Twitter. Sembra una contraddizione rispetto all’idea di concentrare i propri sforzi su un solo profilo, ma adesso per fortuna non sono più da sola! Se c’è qualcuno che aiuta (grazie Marco, anche qui), si può pensare di allargare la propria presenza ad altri, non perché si deve, ma solo se si pensa che il modo comunicare del nuovo strumento sia nelle nostre corde.

Twitter è un social complicato, un solo tweet ogni tanto non porta a niente, se non alla frustrazione di vederlo passare e cadere nel vuoto. Ultimamente però Marco (che lo usa per i suoi passatempi musicali e calcistici) è rimasto colpito da alcuni profili di storyteller  (come Johannes Buckler) che raccontano bellissime storie attraverso la concatenazione di tweet: in pratica quelli successivi inseriti dallo stesso autore risposta al primo inserito.

Storie, non foto. Parole, non immagini. Piccole perle di letteratura. Tecnicamente, si chiamano thread.

I thread danno il giusto pathos alle storie se organizzati bene, inoltre piacciono moltissimo a Twitter perché in questo modo l’autore resta lì a cinguettare,  invece che condividere qualcosa al volo e scappare da qualche altra parte. In generale, nessuna piattaforma è contenta se i contenuti rimandano a URL (indirizzi web) esterni, come i video di YouTube o i post del vostro blog personale.  Ecco perché nel mio caso non avrebbe avuto senso presentare su Twitter le stesse foto e didascalie che realizzo su Instagram.

Da quando abbiamo iniziato a riportare parti dei nostri tweet sotto forma di thread, sempre interagendo con altri profili più importanti del nostro, abbiamo ottenuto condivisioni e scambi di opninioni interessanti. Certo, non aspettiamoci il livello di engagement (cioè il seguito di follower e like) che può generare Instagram. Dobbiamo fare tuttavia lo sforzo di pensare che i profili interessanti da seguire (i nostri influencer personali, chiamiamoli così) non sono ubicati solo sul social che ora come ora ci piace di più. Rimanendo nell’ambito degli amanti dei libri, utenti come Casa Lettori hanno trovato su Twitter la loro collocazione naturale e hanno ampliato la loro community nel tempo, anche grazie all’ottimo valore di ciò che riescono a donare ai propri follower (retweet costanti, tag, visibilità, contest interessanti ogni giorno). Buone norme e tecniche valevoli per tutti i social

Essendo ormai Scattidallamialibreria una progetto per due, adesso i nostri sforzi sono concentrati su due social. Per chi vuole dargli un’occhiata, il profiloTwitter di Scatti è qui, mentre un esempio di thread potete vederlo embeddato sotto.

E’ vero poi che io curo la pagina Facebook e Marco quella di Linkedin, ma non ci sentiamo di dispensare consigli particolari, visto che ci limitiamo a poco più che una condivisione dei post del nostro piano editoriale. Teniamo comunque a mente la regola aurea dei social, come di tutto il nostro amato web che come sappiamo non è gestito da onlus o associazioni no profit, bensì da aziende private che vogliono generare profitti (Google, Facebook, Amazon): se avete un video, postatelo all’interno della piattaforma social su cui volete spingere il vostro profilo; se avete contenuti, non vi limitate al semplice link al post, ma scrivete direttamente lì dentro. Sarà un atteggiamento premiante, anche se all’inizio non ve ne accorgerete.

D’altronde Zuckerberg e compagnia bella non sono mai contenti di vedervi uscire dal loro controllo, anche solo per un secondo. Figuriamoci poi se decidete (voi magari, noi sicuramente no) di andare su Tik Tok.

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