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Fantàsià: la raccolta di racconti che aiuta i malati rari

Conoscete Fantàsià? Ma soprattutto, non notate niente di strano? Si, non è un errore…gli accenti sul titolo sono due, proprio a sottolineare la particolarità e unicità di questa antologia realizzata con il contributo di diversi autori volontari, a sostegno di Asroo.

Si tratta di un progetto ammirevole a cui io stessa non ho saputo dire di no. Eccomi qui, quindi, con il mio piccolo contributo, presentando questa raccolta di otto racconti, scritti da autori che hanno messo a disposizione la propria creatività letteraria per un giovane pubblico. I racconti sono infatti adatti a una fascia che va dagli 8 ai 14 anni e passano attraverso le storie di Malvasia e la principessa dagli occhi lucenti, I tre avventurieri, Elfa, Ponzio, Ludovico…e molti altri. Gli autori coinvolti sono Aharan Lee, Elena Panzera, Giorgia Sbuelz (già vincitrice del concorso “Una fiaba per Asroo”), Greta Guerrini, Maggie van der Toorn, Monica Serra, Silvia Bruni e Stefano Labbia, mentre la prefazione è di Mattia Albani.

Ogni racconto è stato scritto per aiutare la ricerca e sostenere le attività di ASROO, Associazione Scientifica Retinoblastoma e Oncologia Oculare di Siena. Il progetto, nato da un’idea dello scrittore Stefano Labbia, intende unire le forze della parola per un obiettivo comune: sostenere le attività di ricerca sul Retinoblastoma, il tumore oculare più frequente in età pediatrica.

Ho avuto il piacere di intervistare una delle autrici di Fantàsià, Martina Di Giammichele (alias Aharan Lee), l’autrice di “Il cacciatore di Ubernach”, che mi ha spiegato il suo coinvolgimento in Asroo e da quali sentimenti è stata animata per dare una mano a questo progetto.

Come è nato il tuo rapporto con ASROO?
Dal 2019 vivo in Toscana e avevo sentito parlare del lavoro che ASROO svolge ogni anno in favore della ricerca, quando poi Stefano Labbia ha deciso di devolvere il ricavato a questa associazione non ho potuto che dire un grande “Sì” nonostante io non sia scrittrice fantasy ma romanziera. Di fronte a questa causa mi sono particolarmente sensibilizzata. Ritengo che la vista sia il più potente mezzo per conoscere il mondo, specialmente per un bambino.

E’ la prima volta che metti il tuo talento a disposizione di un’associazione benefica?
Sì, è la prima volta che mi avvicino alla beneficenza, almeno in modo concreto e attivo. In passato ho sempre partecipato volentieri ad iniziative simili ma sempre rimanendo dietro le quinte.

Avevi già in testa il racconto che è entrato a far parte di Fantàsià?
In realtà no. Ho scritto in passato una breve favola ma il mio approccio con la scrittura per ragazzi era finito lì. Quando ho capito che si trattava di un progetto per un’associazione benefica ho deciso di buttar giù un racconto tutto “nuovo”. La causa a cui devolviamo tutto il ricavato è nobile e meritava ogni mia energia. Il mio racconto, “Il cacciatore di Ubernach” nasce appositamente per questa raccolta e spero abbia grande cammino di fronte a sé.

Cosa te lo ha ispirato?
L’ispirazione è venuta poi in realtà. Per chi non scrive di fantasy è difficile pensare di iniziare una narrazione in un mondo molto diverso da quello che lo ha portato a scrivere ma devo dire che è stata un’esperienza unica! Ero bloccata da mesi senza avere idea di come strutturare il racconto, né di cosa descrivere, quando un giorno prendendo un treno mi sono soffermata sul rumore delle rotaie. Da lì ho cominciato a viaggiare come una ragazzina, ascoltando e guardo il mondo come avrei fatto anni fa. Avevo uno spazio, un mondo. Ora bisognava riempirlo di personaggi, creare una storia e renderla magica. Questo processo è arrivato quasi in automatico osservando un ciondolo color turchese che brillava alla luce del sole. L’ho reso magico, è diventato un “equalizzatore del tempo” e così la storia ha preso piede ed ho continuato a scrivere per mesi e mesi al fianco dei miei protagonisti.

La raccolta si rivolge a un pubblico giovane (8-14 anni): cosa diresti a un giovane lettore per convincerlo ad acquistare questo libro?
Effettivamente la fascia d’età proposta è stata una dei motivi più grandi di titubanza. Non sono convinta di saper parlare ad un ragazzo, non ho questa presunzione! Ho deciso di accettare e parlare a questa fascia d’età perché mi sono soffermata sul mio primo motivo, la vera ragione per la quale ho cominciato a scrivere. Nei miei romanzi creo mondi, descrivo emozioni per quei “randagi” che negli anni hanno smarrito la magia del mondo e la loro vera strada; così ho capito che scrivere per i ragazzi era come tendere una mano ad una giovane me, o al mio giovane lettore prima che esso si smarrisse nel mondo caotico. Ai ragazzi non dico “comprate e leggete” perché un ragazzo che legge ha già trovato la sua
dimensione. Dico solo “leggete di Azedel, del cacciatore di Ubernach, perché è scritto per voi, per andare in giro nel mondo e vederlo magico. E con quella magia crescete e riempite la vostra vita di colori”.

Qual è il tuo personaggio fantasy preferito?
Io mi sono avvicinata alla lettura tardi quindi già con i classici in mano. Trovare un personagio fantasy preferito è difficile. Banalmente posso dirvi il libro che mi ha accompagnata da ragazza che è “il fantasma di Canterville” di Wilde.

Come detto, il ricavato del libro va ad Asroo. Lo potete acquistare su amazon, in cartaceo o in ebook.

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