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Una nuova (a)normalità: dopo la pioggia, gli Strokes

Ecco un angolo dei vinili che spazia dal Premio Strega ai Grammy Awards, con il collegamento fra il romanzo “Dopo la pioggia” di Chiara Mezzaluna e l’album “The New Abnormal” dei The Strokes.

Cosa unisce una scrittrice italiana,  proposta al premio Strega 2021 con questo romanzo in attesa della cinquina di lunedì 22 marzo, con la band newyorkese per eccellenza, che mette in copertina addirittura un dipinto di Basquiat (Birds on Money, 1981))?

Che di quello che tutti stiamo vivendo da un anno a questa parte non se ne parla, ma certamente se ne trae ispirazione per raccontare altre storie.

Dopo la pioggia di Chiara Mezzaluna parte da una causa di forza maggiore, che sorprende le vite dei protagonisti costringendoli a riprogrammare i comportamenti di vita, abitudini e reazioni comprese. Il Tevere esonda, cambiando irrimediabilmente il volto a Roma proprio nel momento in cui una famiglia felice sembra implodere: una moglie e madre di famiglia che fugge dopo essere stata tradita, un marito che assieme ai figli non si rassegna a perderla, un inseguimento reso difficile dalle avverse condizioni climatiche. I protagonisti tornano ad essere quasi uomini primitivi, persi nella palude di un’esistenza alternativa.  Nuove amicizie provenienti da culture e paesi diversi formano un nuovo tipo di famiglia, in una sorta di rinascita sociale, come se esistesse un prima e un dopo rispetto alla causa di forza maggiore che ha scatenato tutto questo. Poco importa che si chiami alluvione o pandemia.

La nuova anormalità in cui viviamo ha portato i The Strokes a comporre l’album che volevano fare da tempo e in cui si può riconoscere di nuovo quell’inconfondibile sound che unisce anni ’80 e il pop ricercato degli anni ’90. La loro storia si intreccia ai ricordi degli eventi che stanno segnando il XXI secolo. Se c’era un gruppo che rappresentava New York ai tempi dell’11 settembre 2001 questi erano proprio i The Strokes, che si godevano allora il successo internazionale con l’album “Is This It”. Dopo vent’anni di alti e bassi, progetti solisti mai decollati anche se sempre con la critica musicale dalla loro parte, eccoli tirare fuori dal cilindro il miglior album indie rock del 2020. “The New Abnormal”, vincitore la scorsa settimana ai Grammy Awards proprio nella categoria rock, dice tutto già dal titolo anche se le canzoni non sembrano particolarmente allusive. Anche qui sembra più una riscoperta di una natura perduta, ovvero la propria. In barba a un mondo musicale che si interroga ancora sulla morte del rock e sul ruolo delle chitarre, i The Strokes hanno fatto un album che ha rispolverato il loro sound inconfondibile e li ha mostrati per quello che sono: bravi, punto.

Che si tratti della scoperta di un mondo nuovo come nel romanzo di Chiara Mezzaluna, o di una riscoperta del proprio come per “The New Abnormal” dei The Strokes, oggi tocca fare i conti con altre (in)certezze rispetto ad eventi che avremmo trattato e vissuto diversamente fino a poco tempo fa. Speriamo di tornarli a rivivere fra poco come avremmo sempre fatto.

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