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“Come sarebbe il mondo senza… ?” sembra l’incipit di una nota pubblicità, ma per chi ha visto il film “Yesterday” diventa per forza il giochino preferito nelle nostre conversazioni sul divano. Il film infatti racconta un mondo in cui, in seguito a un blackout elettrico globale, si è persa la memoria delle canzoni dei Beatles, che solo il protagonista riesce a ricordare. Anzi, in questo presente parallelo i fab four non sono proprio mai esistiti: magari sono stati persone normalissime, che hanno vissuto la loro vita senza aver mai incontrato la dea ispiratrice della musica.

Anche di altre cose si è persa ogni traccia, dalla Coca Cola a Harry Potter. Magari neanche l’Olocausto è mai accaduto, chi lo sa: il tono da commedia del film non ci permette di scoprirlo. Nel nostro presente però sappiamo bene che quello che è stato descritto ne “Il diario di Anna Frank” invece fa parte della storia.

Lennon ha composto “Imagine”, la canzone pacifista per antonomasia, proprio riferendosi a tragedie come quella di Anna.

 

John si immagina una società senza più guerre, religioni, possesso: in sostanza, nella sua visione utopostica del mondo, cancella tutto ciò che è materialista e può creare divisione. Il consiglio, se decide di far girare il vinile, è comunque quello di non fermarsi alla title track: tutto il resto dell’album ringhia in un tono graffiante, sospeso fra il sogno americano di Lennon e le invettive contro il nemico-amico Mc Cartney.

Però il brano “Imagine” è più grande di tutto: un manifesto onirico talmente ben costruito da smuoverci l’anima ogni volta che si ascolta.

 

Immaginare un mondo senza “Imagine” sarebbe impossibile: ce lo vedete voi John Lennon oggi, nei panni di un nonno settantenne di Liverpool, che nella vita ha svolto un lavoro dignitoso e si gode la pensione accompagnando tutti i giorni la nipotina a scuola mano nella mano?

Non so perchè, ma mi viene più facile immaginare una signora di 90 anni che ripensa alla sua vita guardando i canali di Amsterdam dalla finestra di casa. Una signora che ogni tanto rilegge i suoi diari da normale bambina degli anni ’40: giochi, scuola, amici. Quelli che ha scritto e conservato nel cassetto per una vita. Quelli che in fondo, come ogni diario che si rispetti, conosce solo lei.

E voi, ve lo immaginate un mondo in cui Aldolf Hitler non è mai esistito?

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