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Genova per noi: un filo fortissimo da Camilleri agli Ex-Otago

Il filo sottile che unisce Andrea Camilleri alla città di Genova parte dai primissimi romanzi, in cui la figura dell’eterna fidanzata Livia Burlando viene introdotta insieme a quella di Salvo Montalbano, prosegue nelle telefonate (continue) fra i due fidanzati e negli spostamenti (pochi) del nostro eroe punk verso il capoluogo ligure, quartiere Boccadasse.

Lo stesso autore ha raccontato in un’intervista del 2009 alla rivista Blue Liguria di aver scelto questo tipico borgo sul mare per una passione sbocciata all’improvviso“Ho avuto un colpo di fulmine per Genova a 25 anni, grazie a un premio di poesia. Ecco perché la fidanzata di Montalbano vive in questa città dei mille incontri”. Oltre al potere evocativo di un’esperienza di vita lontana, c’è un legame fortissimo fra Genova e Sud Italia che va oltre Montalbano. Sempre nella stessa intervista Camilleri prova a spiegarlo così: “Forse era la perfetta armonia tra gli abitanti e le loro case, tra gli abitanti e il loro cielo, tra gli abitanti e il loro mare, forse era la parlata strascicata e indolente, forse erano i volti che incontravi verso il porto, cotti dalla salsedine ma cosi pronti ad aprirsi in un bonario sorriso.” (1)

Non è solo il fatto di essere una città di porto, non sono solo le rigogliose palme o il clima sempre mite per via dell’Appennino che fa da barriera: quello che rende Genova così amata da tanti meridionali (e viceversa) è probabilmente il modo in cui quel mare diventa parte della vita delle persone e arriva a risiedere in tutte le cose.

Livia e Salvo vivono lontani ma uniti dal loro amore e della loro intelligenza. Entrambi ogni giorno aprono la finestra e vedono il mare, ma non si limitano alla semplice contemplazione dopo una dura giornata di lavoro. Il mare lo sentono e quasi lo governano, rispecchiando i loro stati d’animo personali nella sua agitazione e nella sua calma. Quante volte lo abbiamo visto pieno di onde, dietro le spalle di Montalbano, dopo una brutta telefonata con Livia, oppure placido e maestoso dopo la risoluzione di un caso?

Genova ha creato a partire dalla fine degli anni ’50 una scuola di cantautori che ancora oggi lascia il segno su tutta la musica italiana di qualità. Luigi Tenco, Fabrizio De Andrè, Bruno Lauzi, Gino Paoli, metteteci pure Paolo Villaggio (che era attore, ma faceva parte di quel giro) e Paolo Conte, che in “Genova per noi” ha regalato alla città forse uno dei versi più belli, lui che da Asti si divertiva a vederla come un campagnolo qualunque: “Ma quella faccia un po’così, quell’espressione un po’così, che abbiamo noi mentre guardiamo Genova”.

Oggi però facciamo dei giorni nostri e colleghiamo Camilleri e il suo Montalbano agli Ex-Otago, un gruppo dell’ onda indie italiana degli ultimi anni che specie nei primo due dischi riprende in pieno la vena cantautoriale della scuola genovese. Peccato per la virata elettro-pop degli ultimi lavori, perché in particolare l’album che proponiamo qui (“Marassi”, guarda caso un altro quartiere di Genova) è quanto di più azzeccato per fare da accompagnamento alla lettura di un libro di Camilleri. Partiamo dalla bellissima “Mare”, che certamente Salvo e Livia avrebbero ballato abbracciati, passiamo per “La nostra pelle”, perfetta per rispecchiare i tormenti di un Montalbano che oscilla sovente fra l’amore e l’odio verso se stesso (“a volte vorrei lasciarmi, ma non saprei con chi altro a andare”) e arriviamo infine ai pezzi più spensierati, adatti ai frequenti momenti dolcezza fra i due fidanzati, come “Quando sono con te”. Ne “I giovani d’oggi” si può invece vedere quello scontro generazionale, velatamente e volutamente politico, che a Camilleri è costato più di un nemico in polizia per la presa di posizione sui fatti della scuola Diaz durante il G8 di Genova. Un altro filo, stavolta tormentato e duro, che unisce il cantore siciliano alla città ligure .(2)

Più di tutte le nostre congetture c’è un frammento in “Marassi” che meglio rappresenta questa strana attrazione fra due mondi lontani. Si trova nella prima strofa di “Stai Tranquillo”, una canzone che parla di turbamenti d’amore con un ritmo accattivante e una bella vena interpretativa. La ascolto e immagino Livia che cerca Montalbano di notte, non a Vigata, ma proprio a Boccadasse: “e la notte ti vengo a cercare anche se non so dove andare, ti cerco nel vento in un giorno di mare, oppure negli occhi di un meridionale”.

Ecco, è tutto qui: lo sguardo, l’amore, il mare negli occhi, il Sud anche se sei al Nord. Genova per Camilleri, Genova per gli Ex-Otago, Genova per noi.

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