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Ventiquattro, il libro di Valentina Bardi, un numero da custodire

I titoli dei libri sono sempre indicativi e hanno il potere di attrarre o meno il lettore. Ventiquattro, romanzo di esordio di Valentina Bardi, mi ha regalato una bella sensazione e non ha deluso le mie aspettative.

Pubblicato da Il Ponte Vecchio Società Editrice (2019), il romanzo è scritto molto bene e racconta una storia apparentemente normale, la vita di una famiglia alle prese tra lavoro, figli, incomprensioni, stanchezza, delusioni, dolore.

Ogni protagonista regala al lettore qualcosa di sé, un’emozione, una riflessione. Brevi capitoli con dialoghi e situazioni ben delineate, mi hanno dato l’idea di uno sceneggiato. Si divora.

Giada.
Donna bellissima,
Con le unghie sempre curate, un bel rossetto sulle labbra a forma di cuore.
E’ la sindacalista del paese.

Andrea non c’è mai.
E quando torna, ha sempre da incontrare un mucchio di persone, sale e scene dai treni, rientra a tutte le ore e non gliene importa molto se l’intonaco cade a pezzi, o se da qualche muro fuoriesce l’acqua.
“Non merita una femmina così”.

Cinque figli.

Elena, la figlia maggiore, perde il bambino a ridosso dell’ottavo mese.

Martina non sa bene cos’è l’amore.
Non l’ha ancora capito. Però il cuore le batte quando Matteo arriva.

Ingredienti giusti e una storia di vite reali che ti entrano dentro.

Ho avuto il piacere di intervistare Valentina Bardi per scoprire qualcosa in più della sua vita da scrittrice e di Ventiquattro.
Sapete perché si intitola così? Una delle mie prime curiosità.

“A livello superficiale, Ventiquattro corrisponde ad un voto preso all’università. – racconta Valentina – Nel corso della vicenda principale però questa parola si carica di senso; diventa fondamentale per Martina ed il lettore, a mano a mano che si addentra nella storia, capisce quanto sia importante e quanto valore abbia a livello narrativo. Ventiquattro diventa un simbolo: ognuno di noi ha una parola a cui aggrapparsi, da custodire per sempre dentro l’animo”.

Quando hai iniziato a scrivere? Ventiquattro rappresenta il tuo classico “libro nel cassetto?”

Ho iniziato a scrivere negli anni del liceo: piccole storie, brandelli di diario, abbozzi di romanzi che poi non sono sbocciati in niente. Per un lungo periodo, a seguito di un grave lutto familiare, ho smesso di colpo. Poi nel 2009 ho ricominciato e da allora praticamente non mi sono più fermata.

Ho scritto “Ventiquattro” nel 2012 ed è stato pubblicato nel 2019; perciò sì: direi proprio che possiamo definirlo il classico “libro nel cassetto”.

Ti sei ispirata a qualche evento in particolare per la scelta dei personaggi e le storie che li coinvolgono?

Attraverso questa storia ho raccontato il microcosmo in cui sono nata e cresciuta: non c’è niente di esplicitamente autobiografico, ma c’è tutto di me in relazione alla comunità a cui appartengo.

Vivendo in un paesino, ho sempre considerato la mia esistenza e quella degli altri intorno a me come intimamente ed indissolubilmente connesse. Ciò che è successo nella comunità ha avuto una ripercussione enorme e implacabile sul mio percorso, sulla mia educazione, sul mio modo di vedere la vita; di conseguenza anche su ciò che scrivo.

A quale lettore si rivolge Ventiquattro?

E’ una storia scritta con un linguaggio molto fresco, incentrata sulle vicende di Martina, una ragazza che sta per compiere diciotto anni, per cui il primo pubblico a cui è rivolta è sicuramente giovane. Ma c’è anche un secondo strato e una seconda chiave di lettura, perché i genitori di Martina hanno un ruolo fondamentale e fondante e le vicende di coppia e del percorso individuale di questi adulti si intrecciano con quelle di altri genitori e così è un libro che si rivolge anche ad un pubblico più maturo.

Mi piace definirlo “romanzo di formazione a 360°” perché non si finisce mai di formarsi. Ognuno si forma ogni giorno, crescendo, vivendo, soffrendo, imparando, amando… Non c’è un vero e proprio limite d’età.

Come hai vissuto l’esperienza della pubblicazione di questo tuo primo romanzo?

Con grande stupore perché per un lungo periodo l’ho tenuto letteralmente chiuso in un cassetto (come si diceva all’inizio dell’intervista). Sapevo di dover fare qualcosa di più e allora mi sono decisa a farlo leggere al mio gruppo di lettura. Dato il riscontro positivo l’ho spedito al Ponte Vecchio e dopo un paio di settimane l’editore mi ha contattato per esprimere il suo interesse a pubblicarlo. Il processo di pubblicazione è stato quindi sorprendente rapido.

Hai già un secondo libro in mente?

Sì, sto lavorando a due storie, anche se ancora sono in una fase embrionale. Inoltre sto revisionando i miei racconti nella speranza di poterli pubblicare nei prossimi mesi.

Complimenti, Valentina. Ti meriti un grande successo!

Valentina incontrerà i lettori in queste date e librerie:

Sabato 8 agosto ore 18:30 sarà in diretta su Facebook per una presentazione virtuale presso la Libreria di Parma Piccoli Labirinti ;

Giovedì 20 agosto sarà a Poggio Torriana, provincia di Rimini all’interno della rassegna “I libri al tempo del covid”.

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