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Le città di carta di Dominique Fortier per scoprire Emily Dickinson

Quando si dice che le cose non succedono mai per caso!

Avevo in programma, per il gruppo di lettura Scrittricisenzatempo, le poesie di Emily Dickinson, ed ecco che arriva tra le mie mani questo bellissimo libro di Dominique Fortier, autrice canadese che, partendo dai luoghi in cui la Dickinson ha vissuto, accompagna il lettore alla scoperta della vita della grande poetessa.

La semplice lettura delle sue Poesie (tra l’altro chi mi conosce, sa che non amo particolarmente la poesia) non mi avrebbe offerto il giusto spaccato della sua vita, indispensabile per capire l’emotività e i sentimenti presenti in ogni suo verso. Adesso posso dire di conoscere davvero Emily Dickinson.
Ho stampati in testa la sua casa, quella dove ha vissuto per quasi tutta la sua vita (ad Amherst), la sua stanza, il giardino con i fiori e la natura che ammirava e curava con gesti e parole, la sua famiglia, gli abiti che indossava (negli ultimi anni Emily vestiva solo di bianco), il cassetto in cui infilava gli infiniti biglietti ricchi di poesia.

Il lavoro svolto dalla scrittrice Dominique Fortier va oltre la semplice biografia. Nel libro si alternano vicende personali raccontate in prima persona dall’autrice, che sembra seguire l’alito lasciato dalla poetessa nei luoghi in cui ha vissuto, e il racconto delle giornate e consuetudini della Dickinson, attraverso le tante lettere che scriveva, la memoria e ovviamente la poesia.

Mi hanno colpito tanti aspetti dell’opera e della vita di Emily.

Amava vivere in solitudine, tra le quattro mura di casa. Invano gli studiosi hanno cercato di trovare un evento importante, un trauma, qualcosa che spiegherebbe il singolare isolamento in cui ha scelto di trascorrere la sua seconda metà dell’esistenza.
Ma niente. Non è stata trovata nessuna catastrofe o svolta o punto di rottura. Probabilmente era così la sua natura e basta.

Adorava la natura, i fiori, gli animali; ha ereditato dalla madre il pollice verde e ha realizzato un erbario durante l’adolescenza, oggi conservato alla Houghton Library dell’Università di Harvard (dove è stato digitalizzato). I fiori nella vita di Emily sono stati una presenza costante: anche il padre le insegnò, quando era bambina, ad essiccarli tra le pagine dei libri.

I libri si dissetano con l’acqua dei fiori.

Emily si sentiva come le sue piante, trascorrendo i suoi inverni tra le pagine di un libro, mentre coltivava il suo giardino di carta e continuava a trascrivere il giardino svanito che lei continuava a vedere sotto la neve.

Non amava mettersi in mostra:  non ha voluto pubblicare le sue poesie (solo 6 sono state pubblicate mentre era in vita – in tutto scrisse 1775 testi), anche se si annullava per la poesia, “scrivendo del mondo che abitava, sapendo benissimo che se nessuno lo avesse abitato sarebbe stato più bello”.

Delicatissimo il modo in cui l’autrice ha inserito frasi, citazioni, poesie…

“Emily è di carne, di sangue e d’inchiostro. E’ inchiostro quello che le scorre nelle vene, le parole che traccia sono rosso lampone, attinte da sottili linee blu che palpitano sotto la sua pelle”.

E insomma, il libro della Fortier ha fatto centro nel mio cuore e ringrazio per questo Alter Ego edizioni che mi ha fatto scoprire questa loro prima pubblicazione di narrativa straniera, aprendomi al mondo della Dickinson.

A un cuore in pezzi
Nessuno s’avvicini
Senza l’alto privilegio
Di aver sofferto altrettanto.

 

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