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Quel maledetto Vronskij di Claudio Piersanti

Sicuramente leggendo il titolo chiunque avrà pensato: ma davvero quel Vronskij lì? Si, proprio lui. Quel “vizioso che si divertiva con le signore deluse dai loro modesti mariti”.

Anche se non necessario, consiglio la lettura di “Quel maledetto Vronskij” ben scritto e costruito da Claudio Piersanti dopo aver letto Anna Karenina (per fortuna l’anno scorso l’ho letto!) per meglio comprendere il dibattimento interiore di Giovanni, l’editore protagonista del libro e soprattutto il motivo per cui ha trasposto molti dei suoi sentimenti sul personaggio di Lev Tolstoj.

Non è una storia “felice” quella che Piersanti affida al lettore, ma è sicuramente una lettura che lascia qualcosa. Definirei questo romanzo “un percorso”, un viaggio nel dolore e nella sua accettazione.

“Come tutti sanno, la felicità viaggia a corrente alternata e non è priva di insidie e timori, primo tra tutti quello di perdere i suoi favori”

Una frase che racchiude tutto e che mi ha messo davanti a una grande verità, quella che sento in particolare dall’ultimo anno. Sarà l’età che avanza, non lo so, ma mi capita ormai spesso di pensare che tutto potrebbe cambiare in un secondo e che, per questo, è necessario vivere i momenti ed essere grati della felicità che si prova, anche se un minuto dopo ti cade il mondo addosso.

“La felicità è leggerezza, è una cosa sottile, che se la chiami con il suo nome scompare”.

La storia di Giovanni (che non racconto, come è mio solito fare) è simile a tante storie che ci capita di vivere o sentire. È una presa di coscienza, un assaggio di separazioni alternate alla felicità, un pugno sullo stomaco dai quali è possibile riprendersi.

Ho amato davvero questo libro. Mi ha sicuramente angosciata ma non in maniera negativa. Esiste l’angoscia positiva? Forse si.

E Vronskij? Lui che c’entra?
Qui lui rappresenta il male, l’insidia che si nasconde dentro ogni angolo, i fantasmi della paura, la morte dell’amore.

Mi sono trovata a sottolineare davvero tante parti di questo libro che dice tante verità.
Concludo quindi con una frase che mi ha colpito particolarmente:

Gli errori dicono sempre la verità, dichiarano la tua ignoranza ma anche la tua disperazione.

 

Questo libro è stato candidato al Premio Strega ed è stato selezionato per la settina che concorre, quest’anno, per la vincita del prestigioso premio letterario italiano.

Come sempre, letto con il mio favoloso gruppo di lettura #inattesadelpremiostrega

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