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Il sito web, il permalink di un progetto

La domanda nasce spontanea, prima di iniziare a leggere e scrivere. Visto che nell’ultimo post di “Scatta il consiglio” abbiamo sottolineato come ogni social abbia l’interesse a mantenere l’utente all’interno della propria piattaforma, testi e post lunghi compresi, che senso ha allora creare un proprio sito web? Non è sufficiente lavorare bene su una o più piattaforme social?

I dubbi sono leciti, anche perché aprire un sito implica un passo in più, non solo a livello mentale. Senza considerare il tempo impiegato nel creare contenuti unici e gli investimenti pubblicitari (aspetti di cui si dovrebbe tener conto se si ragiona in ottica di business plan), la creazione di un qualsiasi sito che non si accontenti della estensione di dominio del provider (tipo blogspot.com, wordpress.org ecc ecc per capirci) implica dei costi annuali, che devono essere onorati, pena la perdita di tutti i contenuti creati e del nome a dominio registrato.

Prima di entrare in qualsiasi dettaglio tecnico, vogliamo però provare a rispondere alla questione iniziale:

Serve davvero avere un sito, a maggior ragione per un progetto che nasce sui social?

Secondo noi la risposta è DECISAMENTE SI, per alcuni motivi, tecnici e strategici.

1. SIC TRANSIT GLORIA SOCIAL

Lo sapete che verso la metà degli anni 2000 il primo social su cui abbiamo iniziato a lavorare a livello personale (e poi professionale) è stato MySpace? Forse i più giovani di voi neanche lo conoscono.

Come molte piattaforme ha avuto il suo breve momento di gloria e poi è caduto nell’oblio. Forse a Facebook e Instagram non succederà, vista la fase matura che stiamo vivendo sul mondo dei social network e alla sempre maggiore diffusione di internet, tuttavia nessuno può garantirci la loro immortalità.

Dovremmo, quindi, rischiare che tutti i contenuti che abbiamo prodotto vadano nel dimenticatoio o semplicemente passino di moda, nascosti da un algoritmo che ovviamente privilegia i post dei migliori inserzionisti?

Se la maggior parte dei testi, delle foto e dei podcast (ci arriveremo presto) vengono elaborati anche per il nostro sito, questo tipo di rischio non esiste. Ce lo dice la parola stessa con cui viene indicato un qualsiasi indirizzo (URL) web: permalink. Ha un che di eterno,se ci pensate.

Ad esempio, l’indirizzo del nostro primo post sul sito di Scatti è questo:
https://www.scattidallamialibreria.it/2019/06/01/libri-letti-nel-2018/
A meno che non lo decidiamo noi, non cambierà mai. Almeno finché continueremo a pagare ogni anno  il dominio e l’hosting al nostro provider 😉

2. REPUTAZIONE SU GOOGLE

La creazione di contenuti unici genera nel tempo reputazione su Google, il motore di ricerca che come sapete si occupa di catalogare tutto ciò che si trova sul web. Questo è il motivo per cui molti post del mio progetto precedente a Scatti, Kevitafarelamamma, vengono ancora trovati e letti a distanza di anni: per alcuni argomenti ho ottenuto un ottimo posizionamento su Google, quello che con Scatti deve essere ancora raggiunto.

Certo, ci vuole tempo e metodo per arrivare in alto nei risultati organici (cioè non a pagamento) di Google con le combinazioni delle parole chiave che ci interessano: tecnicamente è necessario svolgere una buona pratica SEO (Search Engine Optimization) , che nasce da un insieme di fattori di cui parleremo in uno dei prossimi post del giovedì. Pensiamo ne valga la pena: Google ha i suoi algoritmi e privilegia gli inserzionisti esattamente come Facebook e Instagram, però un contenuto ben indicizzato tramite la SEO è destinato a resistere al tempo e alle mode del momento. Resta “permanente”, come un permalink appunto.

3. REPUTAZIONE CON LA PROPRIA COMMUNITY

Avere un sito curato e sempre aggiornato è un ottimo biglietto da visita nei confronti di possibili partner professionali e commerciali che possiamo trovare attraverso la nostra community. Un recruiter, un’azienda interessata ad una collaborazione con noi, che vada oltre il semplice rapporto occasionale o la copia omaggio del libro di un autore sconosciuto, guarderà sempre se c’è sostanza oltre la cura del profilo Instagram o Twitter. Un sito che sia in grado di trasmettere la forza e la sostenibilità di un progetto nel tempo può rivelare molto delle nostre capacità e della nostra affidabilità nei rapporti di lavoro.

Realizzare un sito non è uno scherzo, ma non è certo impossibile. Richiede impegno e dunque consigliamo di farlo solo se si sente di avere intrapreso la strada di un progetto che si intende coltivare nel tempo. In caso contrario è meglio dedicarsi ad altro.

Dalla prossima puntata di “Scatta il consiglio” entreremo nel tecnico, con la registrazione del dominio, la scelta della miglior piattaforma con cui realizzare il sito e dei parametri che servono per avere un hosting su misura. In fondo, una volta deciso di costruire una casa occorre partire dalle fondamenta.

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