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Intervista con un matto di Guendalina Middei – ilprofessorx

Non è facile sintetizzare le emozioni che ho provato leggendo “Intervista con un matto” di Guendalina Middei (sui social meglio conosciuta come ilprofessorx), un romanzo per me attraente e respingente allo stesso tempo. Entrambi gli aggettivi che ho scelto per descriverlo hanno una valenza positiva perché credo che i libri debbano fare proprio questo effetto, quando arrivano al cuore del lettore.

Mi ha attratto tantissimo sin dalla copertina e dal titolo, non di meno dalla sua autrice che stimo moltissimo. La scrittura raffinata e per niente banale ha reso la lettura travolgente come una sinfonia.

Sembra di leggere uno spartito musicale e il paragone non è affatto casuale.

Il suo protagonista, di cui non si scopre mai il nome, è un musicista che ha offerto alla musica tutta la sua esistenza. La sua unica ragione di vita, la musica, invece di donargli gioia, gli ha inflitto tanto dolore. La sua vita viene narrata attraverso un’intervista rilasciata a un giornalista, in una struttura per malati di mente dove, appunto, risiede da oltre 15 anni il “malato”.

Attraverso la sua inchiesta e la narrazione dei fatti, il giornalista vorrebbe dare un contributo per cambiare le cose, migliorare lo stato dei manicomi in cui gli internati vengono trattati senza dignità, ma ne viene fuori un quadro orribile, purtroppo reale e documentato.

Guendalina ha svolto un importante lavoro di ricerca in questo senso e, spesso, di fronte ad alcune domande si è vista sbattere le porte in faccia (sul suo profilo racconta tutto).

L’ambientazione certamente respinge, ma solo perché nessuno vorrebbe mai entrare, nemmeno con la mente, in un posto dove le persone vengono letteralmente torturate, senza la possibilità di essere redente. Pagina dopo pagina, il lettore non può che provare gli stessi sentimenti del giornalista, turbato e angosciato fino alla fine della testimonianza, in cerca di aria e di pensieri quotidiani positivi, pur di rimuovere quel senso di impotenza e inquietudine.

Non può finire così.

È vero. Anche io fino alla fine ho sperato in un risvolto positivo; ho immaginato un colpo di scena diverso che non è mai arrivato, forse perché io stessa incapace di credere che un essere umano possa essere così spietato nei confronti di un’altra persona.

Questo romanzo mi ha aperto le porte di una realtà che non conoscevo. E anche se il malato, nelle ultime righe, invita a “non pensarci”, io sono certa che questo libro mi darà tanto da pensare per i prossimi miei giorni.

Consigliato a chi non si spaventa di una lettura impegnata e impegnativa emotivamente.

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1 Commento

  1. Daniela Ottobre 17, 2023

    Ho conosciuto il professor X su FB. Mi piacciono i post che fanno pensare e insegnano qualcosa. Guendalina Middei mi ha colpito per la profondità dei contenuti. Poi si scopre che ha scritto un libro sui matti, non me lo posso perdere anche se non me lo posso permettere. Quando l’avrò finito, metterò un commento.

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