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La splendente: non nascerà mortale più bello di lei

Adoro la mitologia per via dei miei studi classici, quindi solitamente apprezzo le letture che mi riportano alle storie che hanno ispirato e guidato gli uomini prima di noi.

Cesare Sinatti, giovane scrittore e laureato dell’Università di Bologna (ahaha eh si ci tengo a sottolinearlo!), con La splendente ha vinto il Premio Calvino, il riconoscimento italiano più prestigioso per quanto riguarda le opere prime.

Una lettura che ho molto apprezzato grazie al linguaggio fluido e per niente pesante che mi ha permesso di rispolverare gli dei e gli eroi intorno alla figura della bella Elena e la guerra di Troia.

I personaggi, da Odisseo ad Agamennone, da Menelao ad Achille e Patroclo, emergono con tutti i loro sentimenti in un crescendo di passioni per 24 capitoli (tanti quanti i libri dell’Iliade e dell’Odissea).

La loro vita è profondamente intrecciata a quella delle divinità ma allo stesso tempo viene attenuato il controllo degli dei sugli uomini, capaci di agire anche senza il loro consenso.

“Tutta la Grecia conosceva Elena, la bambina divina principessa di Sparta, che già prometteva di diventare la donna più bella al mondo”

Le descrizioni su Elena sono di una poesia infinita tanto da vivere gli stessi sentimenti di chi la guardava con ammirazione e l’anelava.

“Si muoveva come una visione, sfiorava il mondo circostante esercitando qualche segreta influenza. Esisteva come l’immagine futura di un desiderio da realizzare e di cui ella stessa precedeva ogni possibile incarnazione, come le parole di un dio sulla bocca di un oracolo precedono l’evento”.

“Un’immagine dotata di respiro, fatta di cielo” (Euripide)

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