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4 marzo, Sanremo, Lucio Dalla e il libro del mare

Oggi è  il 4 marzo e #sanremoracconta (la rubrica attivata su Instagram – storie in evidenza) vale un angolo dei vinili speciale, con “Com’è profondo il mare” di Lucio Dalla accanto a “Il Libro del Mare” di Morten Stroknes.

Di solito il Festival di Sanremo si svolge in Febbraio e non nella settimana in cui, nel giro di quattro giorni (1 e 4 marzo) muore e nasce uno dei più grandi autori della musica italiana contemporanea, quel Lucio Dalla che sul palco dell’Ariston nel 1970 presentò “4 marzo 1943”.

Un pezzo entrato così tanto nell’immaginario collettivo da non essere conosciuto subito con il suo titolo. Semplicemente si inizia a cantare: “Dice che era un grand’uomo e veniva, veniva dal mare” oppure “Gesù Bambino”, che in origine doveva essere il nome del brano, ma figuriamoci sarebbe stato accettato a Sanremo. Allora Lucio giocò sull’aspetto autobiografico del testo, intitolandolo con la sua data di nascita che – ironia della sorte – oggi ricorre poco dopo quella della sua morte.

Dalla è uno di quei cantautori che si tocca nelle mura di casa nostra. E’ gentilezza, rispetto per il diverso, lucida follia, Bologna, dolore, amore.

E’ “Anna e Marco” che Marco (che non piange mai) quando la ascolta piange sempre, forse perché pensa a sua mamma Anna e i suoi problemi. E’ “La sera dei miracoli”, che non vediamo l’ora di sparare a tutto volume la sera in cui tutto questo incubo sarà finito, con quel “si muove la città” che smuoverebbe lacrime alle pietre. E’ “Disperato Erotico Stomp”, che ogni giorno che a Viviana nel suo smart working matto e forzatissimo manca Bologna, le ricorda che “nel centro di Bologna non si perde neanche un bambino”, forse neanche Lucia.

E’ “Com’è profondo il mare”, l’album forse più doloroso di Lucio, nonostante la sua impronta già pop. Perché i pesci di quel mare – come ci ha ricordato la @sciandi in un bel pezzo su “Il Foglio”” del 27/2/2021 – siamo noi esseri umani con le nostre bellezze, debolezze, pregi e difetti: Lucio ha il merito di amarci tutti, belli e brutti, “troppo furbi e cretini di ogni età”.

Raccontiamo il mare come vita, in questo 4 Marzo sanremese e di pandemia, con Lucio e il “Libro del Mare” di Stroknes. Quest’ultima una storia di vita che guarda a Moby Dick e a quel desiderio di cacciare una preda che è solo l’ambizione di essere vivi.

Per la cronaca, a Sanremo 1970 “4 marzo 1943” si classificò al 3°posto. Vinsero Nada e Nicola di Bari, con “Il cuore è uno zingaro”.

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