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Sonata d’inverno di Dorothy Edwards

Fazi editore pubblica (in uscita il 27 gennaio) l’unico romanzo di Dorothy Edwards, Sonata d’inverno, uscito per la prima volta nel 1928.

La scrittrice, Dorothy Edwards, è stata una figura eccentrica rispetto all’establishment letterario dell’Inghilterra di inizio secolo: gallese, socialista e vegetariana, dopo la laurea in greco girò l’Europa impartendo lezioni di inglese.

La sua raccolta di racconti Rhapsody (1927) la fece conoscere e apprezzare dalla critica e le aprì le porte del Bloomsbury Group, ma Londra non era il Galles e Dorothy tornò ben presto nella casa natia, dove si dedicò a tempo pieno alla scrittura.

Morì suicida nel 1934. Il 5 gennaio, dopo aver passato la mattinata a bruciare giornali, si gettò davanti a un treno nei pressi della stazione ferroviaria di Caerphilly, lasciando un biglietto: “Mi sto uccidendo perché non ho mai amato sinceramente nessun essere umano per tutta la vita. Ho accettato la gentilezza e l’amicizia e persino l’amore senza gratitudine e non ho dato nulla in cambio“.

Di cosa parla Sonata d’inverno?
In un piccolo villaggio della campagna inglese che sa di Jane Austen quanto di Cechov, mentre l’inverno imbianca il paesaggio si dipanano le vicende sentimentali e sociali di una piccola comunità: due sorelle corteggiate a intermittenza, un cugino che non sa cosa fare di sé, una ragazzina ribelle che cerca di evadere da un contesto familiare soffocante, e il forestiero Arnold Nettle, giovane e cagionevole musicista trasferitosi in campagna per fuggire l’inverno cittadino.

Le lunghe serate trascorrono tra goffe conversazioni ed esibizioni musicali che sono le sole ad animare la calma che avvolge il paese. Tutti, in cuor loro, aspirano a qualche indefinito mutamento, sperano in un attimo epifanico che possa imprimere alla vita un corso più deciso, ma la voce dei protagonisti rimane in gola, così come il rumore dei passi si perde nel silenzio ovattato dell’inverno.

La solitudine della condizione umana è la grande protagonista di questa storia, tratteggiata con pochi tocchi delicati, simili a quelli che animano le corde del violoncello suonato nelle buie sere invernali.

Dorothy Edwards firma un romanzo quieto, intimo, nel quale lo stato d’animo dei personaggi prende corpo accordandosi con la musica e con il paesaggio, mentre si comincia a intravedere, in fondo alle strade innevate, l’inevitabile arrivo della primavera.

 

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