“Filastorta d’amore” di Enrica Tesio è un libretto di ballate e illustrazioni che si leggono con il sorriso. Un inno alle donne, mamme e ai tanti luoghi comuni sull’amore, la vita, gli errori. Il tutto condito da sano umorismo e un pezzetto di follia.
Questa è la frase che Enrica Tesio sente più sua, quella che cerca di rispettare sempre e comunque, al di là del “forte senso del grottesco che l’aiuta nei passaggi più complicati tanto da non riuscire a godere completamente degli attimi di pura gioia“.
Ho avuto il piacere di intervistare Enrica Tesio che mi ha raccontato un po’ di sé, svelando ancora una volta il suo sguardo divertito e sincero sul mondo.
Enrica: La vita è l’impasto di tante cose insieme, difficile che il momento buio sia così nero da non poter prevedere la luce di una risata, così come il momento felice purtroppo viene spesso incrinato da un pensiero repentino negativo. Temo di aver sviluppato un forte senso del grottesco che mi aiuta nei passaggi più complicati ma mi condanna anche a non godere completamente degli attimi di pura gioia. In generale credo che il senso dell’umorismo, più che il sarcasmo o l’ironia, sia un fortissimo antidepressivo.
Enrica: La ballata a cui credo di essere più legata è “rime tempestose” è la storia di un amore, una parabola amorosa dai momenti felici, all’apice, alla discesa. Mi rappresenta ed è sincera.
Enrica: Credo che possano trovare uno sguardo divertito, inquieto, ma anche dissacrante e affettuoso. Io penso sia un invito all’autoindulgenza, ogni tanto siamo troppo rigide con noi stesse.
Enrica: La rima è un gioco, una costruzione per sua natura leziosa, quasi infantile. Per assurdo la scrittura “di maniera” mi ha permesso di parlare di temi molto intimi senza sentirmi appesantita, parlo più di me qui che nei due romanzi che ho scritto. È un librino nato dalla fine di un amore e racconta la sofferenza ma anche la voglia di essere felici.
Enrica: Mollo per ultima. Ho una resistenza notevole, ma è un difetto di fabbrica, tendo a non avere il senso del limite e quindi persevero (purtroppo anche negli errori).
Enrica: Sono una lettrice di poesia, amo la poesia contemporanea e ho un ottimo spacciatore che è mio padre (prof universitario di lettere moderne in pensione). Conosco la Kaur, credo che ci accomuni un senso della “sorellanza” per me tardivo. Le donne per me sono state una vera scoperta dell’età adulta, le amiche a cui dedico una delle filastorte mi hanno letteralmente salvata e mi salvano ogni giorno.
Enrica: Scegliere d’amare è un grandissimo atto di coraggio. Amare me è proprio un atto di fede, uno sporco lavoro ma qualcuno continua a farlo…
Enrica: Pochissimo, l’unica che rispetto è questa:
“E guai, non fate bilanci quando siete tristi, per i bilanci aspettate il buonumore, una panchina accanto al fiume, una focaccia da mangiare, né troppa ombra né troppo sole.”
Enrica: A me piace essere sorpresa dalla lettura, non sono da libri-rifugio ma da libri-scoperta. Quindi la risposta cambia a seconda dei periodi. Ho recentemente finito di leggere Una vita come tante, mi ha appagata. Non vedo l’ora di trovare il prossimo!