Ho letteralmente divorato “Ogni piccola cosa interrotta” di Silvia Celani (Garzanti) che ha conquistato un posto importante tra le mie autrici italiane preferite, per quanto riguarda il genere di libri “scaldacuore”.
E’ un romanzo che inevitabilmente fa riflettere e piangere (non si sa quante lacrime ho versato!!!), pensare alle tante situazioni che spesso ci travolgono, frantumando” la nostra anima.
Non importa se in modo grave, violento, angosciante o lieve. Le microfratture del nostro cuore possono ingrandirsi irrimediabilmente o essere riparate, se ci mettiamo impegno e volontà.
Sono entrata subito in sintonia con Vittoria, la protagonista di un percorso doloroso che decide di intraprendere da sola e con le sue sole forze.
Ho infatti molto apprezzato il suo carattere volitivo che, contrariamente a quanto normalmente avviene, non si è lasciata trasportare dai beni materiali (proviene da una famiglia ricca e può avere tutto ciò che vuole), dalle amicizie convenzionali, da tutto ciò che avrebbe potuto renderla felice, ma solo esteriormente.
Vittoria sente di avere una grossa ferita dentro, non ricorda più da dove provenga ma sa che c’è.
Se il sassolino c’è, è inutile fare finta di niente. Si sente.
Ho apprezzato tantissimo, inoltre, la simbologia del carillon rotto che acquista un significato importante andando oltre l’oggetto in sé: la sua riparazione tramite la tecnica giapponese del kintsugi, lo farà risplendere attraverso venature d’oro. Esattamente come succederà al cuore di Vittoria.
E poi, oltre al dolore c’è anche una bella storia d’amore e io, come sapete, ho un certo debole per le storie romantiche.
Sembra un libro che ti scava nell’anima: il dolore fa parte della vita e amo quando trovo autori e libri che in qualche modo al dolore danno un senso e poi indicano Il loro personale espediente per superarlo, riuscendo anche ad arricchirci a volte.
Un consiglio di lettura interessante .
Si, è molto delicato e profondo. Fammi sapere se lo leggerai. Vy