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Annabella Abbondante: La verità non è una chimera

Appena terminata la lettura di “Annabella Abbondante: La verità non è una chimera” (Giunti), il primo romanzo di Barbara Perna, giudice attualmente in servizio presso il Tribunale di Roma, ho segnato sul mio taccuino questi aggettivi:
– rotondetta, e quindi perennemente a dieta senza rinunciare ai cannoli di doppia ricotta
– caffeinomane
– goffa
– disponibile
– umana
– ricciolo ribelle
– amante dell’amicizia e dell’amore
e infine…
– giudice appassionato con spiccata tendenza investigativa.

Ebbene si, la protagonista di questo romanzo, Annabella Abbondante, è una sorta di alter ego della stessa autrice che ha messo nero su carta alcune pratiche del suo lavoro, sottolineando con grande ilarità e ironia la particolarità di alcuni casi da risolvere e sbrogliare, estremizzando situazioni e personaggi.

Barbara Perna ha “bellamente” tratto dalla sua esperienza da magistrato il contesto da cui far partire una storia “giallo-rosa” da cui solitamente vengo travolta.

Sullo stesso filone è impossibile non ricordare autrici come Federica Zeppelli, Chiara Moscardelli, Alessia Gazzola, Margherita Oggero e, oggi, anche Barbara Perna che con Annabella Abbondante: La verità non è una chimera mette sul piatto gli ingredienti giusti per una lettura piacevole e ricca di suspense.

Alla fine della lettura, si avrà come l’impressione di conoscere davvero gli “amici e colleghi” di Annabella, per es. il cancelliere Paolo, il commissario Nicola, il bel Capitano Gabriele, l’amico di una vita nostalgica, Tano. E poi ancora il parentado del sud con i nomi da Gioia a Speranza fino alla sorella Fortunata che con la sua invadenza prende Annabella fino alla sfinimento.
Ma Annabella non sa dire mai di no.
E’ troppo disponibile, ama la famiglia e si rifugia se necessario nella mamma, nonostante i suoi 38 anni e una carriera brillante da far invidia. La mamma è sempre la mamma, no?
E poi c’è il bar di Michele, la Palermitana, luogo di relax e confessioni varie, soprattutto di caffè doppi al pepe, alla nocciola per non parlare di cassate e cannoli!
Il tutto a Pianveggio, un piccolo comune in provincia di Lucca.

In un vita fatta di lavoro, casi da risolvere, indagini nelle quali Annabella si trova invischiata partecipando con grande competenza e intuito, si assiste a un turbinio di sentimenti che guidano Annabella e i suoi cari. Lei è sola, non ha un marito e dei figli, ma è circondata da una schiera di amicizie che la compensano di ogni cosa. Arriva anche l’amore, eh…Annabella non è immune al fascino e in fondo ha un cuore tenero, anche se spesso non lo dà a vedere!

Una cosa è certa, Annabella è una donna forte e coraggiosa che mette a disposizione degli altri il suo intuito, prendendosi qualche soddisfazione se può, soprattutto verso i prepotenti e gli egocentrici.

L’ambientazione in cui si svolgono le vicende è, inoltre, fantastica (si, sono di parte perché vivo in Toscana, lo so): la provincia di Lucca è perfetta per Annabella senza dimenticare la sua terra di origine, Piano di Sorrento dove vive la sua famiglia “gioiosa” e numerosa. Si scopre quindi l’usanza di  una processione per il periodo pasquale (non posso non restare colpita da questi particolari, essendo io una donna del sud), per non parlare delle visite ai parenti doverose e infinite.

A proposito di sud: ho apprezzato tantissimo un riferimento al Montalbano di Camilleri e l’uso di un’espressione che, chi legge i gialli del grande maestro siciliano, conosce benissimo.
Sono “persuasa” che sia proprio così.

Consigliato a chi ama i gialli con un tocco di rosa, ironia e buoni sentimenti.

Trama da Giunti 
Tutti al tribunale di Pianveggio sanno che non si scherza sul pranzo, perché il giudice Annabella Abbondante ha un debole per la buona cucina ma è perennemente a dieta. Forse per colpa dei deliziosi cannoli della Palermitana, il bar in cui incontra ogni sera i suoi amici: il commissario Nicola Carnelutti e la giornalista Alice “ginger” Villani di Altamura. Abbondante sì, di nome e di fatto, una florida taglia 48 e una massa di capelli ricci e ribelli che le cadono sulle spalle, ma lo è soprattutto di cuore: sempre dalla parte dei più bisognosi e con il sorriso sulle labbra, nonostante le estenuanti udienze e le interminabili pile di fascicoli. Quando l’avvocato Matilde Santangelo si rivolge a lei per la scomparsa del fratello dalla clinica psichiatrica in cui era ricoverato, Annabella che ha una passione sfrenata per i gialli, non può fare a meno di impicciarsi. Negli stessi giorni, poi, un immobile che lei aveva messo all’asta viene incendiato con tanto di ritrovamento di resti umani: per il giudice e il fido cancelliere Paolo, detto Dolly, la ricostruzione del PM fa acqua da tutte le parti e scoprire la verità diventa un imperativo morale. Tanto più che il giudice Abbondante non accetta mai un no come risposta.Tra l’ennesimo appuntamento al buio, organizzato da sua sorella Fortuna – il numero 24 negli ultimi quindici anni – aste fallimentari e udienze oceaniche, Annabella vi conquisterà con la sua energia, la sua passione e il suo grande carisma.

Chi è Barbara Perna
Biografia dell’autrice

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