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Pauravirus: and i don’t know Jesus anymore

Lo spunto per l’angolo di oggi ce l’ha dato un bellissimo pezzo di Nadia Terranova sulle pestilenze in letteratura, uscito su “Il Foglio” dello scorso weekend. La scrittrice compie un excursus che parte dall’Antica Grecia e tocca varie fasi della storia dell’umanità attraverso i libri: i passaggi più significativi riguardano il “Decameron” di Boccaccio, “Diceria dell’untore” di Bufalino e il grande classico “I promessi sposi” di Manzoni. Un pagina da far leggere nelle scuole.

Ispirati da questi collegamenti abbiamo pensato di fare lo stesso con musica. Sfida non facile, visto che il genere di cui ci occupiamo qui non ha una storia millenaria come la poesia e la letteratura. Siamo andati allora a cercare gli autori che oggi mostrano uno sguardo attento verso la società contemporanea e un futuro con qualche nube all’orizzonte.  Abbiamo parlato tempo fa delle visioni distopiche dei Muse in relazione a “1984” di Orwell e un accenno è d’obbligo anche qui, visto che nell’ultino album “Simulation Theory” c’è un brano che si chiama  addirittura “Thought Contagion” (abbiamo detto tutto). Tuttavia quando ci siamo trovati fra le mani la cover dell’ultimo album degli Elbow, intitolato “Giants of All Sizes” abbiamo pensato di spostare l’attenzione su di loro.Amatissimi oltremanica e poco conosciuti in Italia (semplificando: sono un bel mix dei Coldplay dei tempi d’oro con Radiohead e tanto blues), gli Elbow hanno una visione attenta dei cambiamenti politici e sociali che esprimono bene nella loro musica.

E poi quella copertina: una spiaggia cinese, con persone oppresse e schiacciate come sardine. Un’immagine che appare profetica e disturbante, specialmente in questi giorni.

Non ci siamo dimenticati del libro. E’ che qui siamo stati decisi fin dall’inizio: “Cecità” di Saramago racconta la storia di una malattia contagiosa che rende cieco chiunque. L’autore non parte da un fatto storico ben preciso, come ha fatto ad esempio Manzoni con la peste a Milano. La città in cui si diffonde il morbo non è mai nominata, così come a nessuno dei personaggi viene dato un nome proprio.

La cecità che si diffonde a macchia d’olio, partendo da un primo possibile untore, è soprattutto una metafora: la lettura più ovvia è quella di un’umanità bendata di fronte all’essenza delle cose. Lo stesso Saramago rivelerà in un’intervista come il vero tema del romanzo sia la paura e la perdita della solidarietà fra le persone.

Nel momento in cui il contagio si allarga iniziano infatti le contrapposizioni: anziché ritrovare coesione per sconfiggere uniti un nemico invisibile,  gli uomini non solo si chiudono ma si dividono, cercando prima di tutto un colpevole da lapidare in piazza. Proprio quello che si sta vedendo oggi nei terribili giorni del Coronavirus.

In “Giants of All Sizes” gli Elbow affrontano il tema delle diatribe sociali fin dalla prima potentissima traccia: “Dexter and Sinister”, un gioco di parole che va per assonanza con la “x” di Brexit. La frase d’apertura ricorda in senso quasi gucciniano che “Dio è morto”; “I don’t know Jesus anymore”. Dov’è finito Dio, sembra chiedersi la band inglese, in un mondo in cui siamo pieni di angosce e di muri?

Il brano è appunto riferito alla Brexit, una decisione che molti artisti inglesi (Morrissey e pochi altri a parte) stanno vivendo come un’ulteriore dimostrazione del senso di chiusura che è ovunque nella nostra società. Incomunicabilità, mancanza di solidarietà, tendenza a dividere il mondo fra buoni e cattivi: figuriamoci se poi, come in “Cecità” di Saramago, il mondo dovesse vivere una minaccia globale. Ebbene, la minaccia è arrivata, con il Coronavirus che mette ansia a tutte le latitudini.

Come nell’apertura del nostro angolo di oggi, mi piace chiudere ancora con Nadia Terranova, che ha sottolineato nel suo pezzo come sia prassi dei nostri tempi passare da un estremo all’altro: c’è chi emargina i cinesi e li abbraccia, c’è chi sputerebbe in quel mare pieno di carne e chi ci si butterebbe, solo per propaganda, solo per dimostrare di essere dalla parte giusta rispetto all’avversario.

La Terranova ci ricorda la pietà di Renzo verso Don Rodrigo, durante la peste, un estremo senso di solidarietà che se si vedesse oggi farebbe riscrivere l’incipit agli Elbow: io so ancora che c’è Gesù, o un Dio da qualche parte.

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